Il metodo Feuerstein si fonda su una concezione dell’intelligenza articolata su due principi cardine, che rappresentano le basi teoriche dell’approccio educativo:
la teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale e il concetto di Esperienza di Apprendimento Mediato.
La teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale sostiene che l’intelligenza non sia una capacità statica, ma piuttosto una qualità suscettibile di trasformazione e crescita. Secondo questo approccio, è possibile riorganizzare e migliorare le capacità cognitive attraverso esercizi e tecniche mirate.
L’Esperienza di Apprendimento Mediato si focalizza, invece, sul “come” promuovere questa evoluzione. Il processo di apprendimento, infatti, non avviene isolatamente ma è facilitato da una figura chiave, il “mediatore”, che supporta il bambino nell’acquisizione di abilità di pensiero e nel rafforzamento delle sue capacità cognitive.
Il mediatore svolge un ruolo centrale, poiché seleziona, organizza e struttura gli stimoli proposti al bambino, monitorando costantemente le reazioni che essi suscitano, come interesse, curiosità o motivazione, ma anche eventuali emozioni negative come ansia, paura o insicurezza.
Grazie all’interazione con il mediatore, il bambino non solo apprende nuove abilità mentali e operative, ma sviluppa un crescente senso di competenza, autoconsapevolezza e autonomia.
A partire da questi principi, il Prof. Feuerstein ha sviluppato il Metodo come alternativa ai modelli educativi tradizionali, con l’obiettivo di rispondere alle necessità specifiche di bambini con difficoltà di apprendimento, limitazioni cognitive, disabilità intellettive o carenze culturali.
Oggi, tuttavia, il Metodo Feuerstein è applicato anche in ambiti più ampi e si rivela efficace in qualsiasi contesto in cui si voglia favorire il potenziamento delle capacità di apprendimento, inclusa la sfera adulta.